domenica 13 aprile 2014

Virginio Livraghi

Un articolo di Dindi



Fra tutti i libricini più o meno degli anni cinquanta che abbiamo collezionato, ce ne sono con illustrazioni di diverso tipo: alcune bellissime e altre molto brutte. A volte anche la stampa lascia molto a desiderare per cui non si riescono nemmeno a distinguere bene i contorni delle immagini














e poichè la firma dell'illustratore non c'è quasi mai, noi appassionati tentiamo di scoprire i tratti comuni ai vari disegni e cerchiamo di attribuire le illustrazioni a chi le ha fatte.

Compito quasi sempre impossibile, perchè, come abbiamo spesso constatato, lo stesso disegnatore "cambia mano" e illustrazioni dello stesso papà sono agli antipodi. Vedere per credere!!

Illustrazioni di Livraghi:






















In questa serie di immagini si può constatare quanto sia vero quello che affermo: le prime, le più vecchie, sono,  a mio parere, o molto belle, o decisamente brutte ( io so tutto). Con Pinocchio lo stile cambia e l'immagine sembra diventare tridimensionale, come in tutte le seguenti. Eppure, anche se nelle ultime non c'è la firma, sono tutte dello stesso autore che, evidentemente, ha cambiato nel tempo, o per maturazione personale, o per esigenze di mercato. Non so.
 Se si cercano in internet le immagini di questo illustratore, si trovano esclusivamente le più moderne di cui sono stati fatti anche molti poster per le camere dei bambini. Evidentemente le più antiche sono state dimenticate: che peccato!
 Notizie su Livraghi: niente nei siti in italiano, qualcosa in quelli inglesi:

Virginio Livraghi, nato a Dovera, provincia di Cremona nel 1924. Negli anni 40 lavorò con altri illustratori al film di animazione La rosa di Bagdad di Gino Domeneghini e ciò gli aprì le porte degli editori italiani Carroccio, Gino Conte, Fratelli Fabbri, Boschi, Piccoli, eccetera negli anni 50 e 60.
Il suo talento è rivolto alle illustrazioni per bambini e diede vita a  tutte le fiabe classiche e a racconti di animali, come Penny, una traduzione di Penny Pullet di Isobel St.Vincent  e Curly Pig di MariaPia Pezzi, che fu poi tradotto in inglese dall'italiano.
Lavorando per la casa editrice Dami, Livraghi produsse deliziose strisce per cartoni infantili, come Leo, l'amichevole leone.
 Nel 61 Livraghi disegnò copertine per il giornale educativo inglese Knowledge e per l'italiano Michelino, pubblicato da Fabbri, ma nel 69 tornò al mercato inglese per illustrare Brer Rabbit che con le sue storie fu pubblicato fino negli anni 70.
E' un vero peccato che un artista di così grande talento sia tanto poco conosciuto: è stato uno dei migliori artisti nel campo degli animali antropomorfici a lavorare nel Regno Unito. Soprattutto in Brer Rabbit ha catturato lo humor e il senso della monelleria delle storie  in cui Brer continua a sfuggire gli animali selvatici che vorrebbero catturarlo.

(http://illustrationartgallery.blogspot.it/2011/01/virginio-livraghi.html)

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