lunedì 19 maggio 2014

Ricordando Violante

RICORDANDO VIOLANTE  articolo di Lilia


Da bambina e ragazzina sono stata un’accanita ed entusiasta lettrice del Corriere dei Piccoli, il mitico Corrierino che i miei mi compravano tutte le domeniche. Non mi stancavo di farmi leggere e rileggere le filastrocche in rima delle vignette che preferivo. Erano gli anni Cinquanta e c’erano il Signor Bonaventura ottimista per natura, il Sor Pampurio che, arciscontento, cambiava spesso appartamento, Bimbo l’elefantino, Bibì e Bibò, la Tordella e Capitan Cocoricò.

Qualche anno dopo, nel 1960, il Corrierino me lo compravo e me lo leggevo da sola. A quel tempo, le mie preferenze erano cambiate e al top c’era Violante.








Non so se abbiate avuto la fortuna di conoscerla. Se la vostra età si aggira sui sessanta, probabilmente sì. Se ne avete di meno (beati voi!) è invece possibile che abbiate sentito parlare delle più giovani e più note Stefi e Valentina Mela Verde che appartengono alla generazione successiva della stessa stirpe di ragazzine del fumetto italiano.

Insomma, se non conoscete Violante, vi dirò che era una ragazzetta di dodici o tredici anni il cui vero nome era Patrizia Daccò, ma che si faceva chiamare Violante Rock per via del grande desiderio di vivere nel mondo della canzone.




Appena avevo tra le mani il Corrierino, cercavo quella coloratissima pagina e mi immergevo nella lettura. Nei primi anni Sessanta, il fumetto con le nuvolette, introdotto con la direzione di Guglielmo Zucconi, era una novità per i lettori del Corriere dei Piccoli e, già da solo, rappresentava un motivo di attrazione considerevole. A questo bisogna aggiungere che Violante esercitava su di me una specie di fascino.






Intanto, era “grande”, frequentava già le scuole medie (quelle di prima della media unificata), Studiava il latino (una materia estremamente seria, perbacco!) ascoltando la musica sul giradischi. E poi era magra, aveva i capelli lunghi e biondi, era intraprendente e spigliata e viveva a Milano, in una grande città, altro che in un piccolo paese come il mio!

Insomma, era tutto il contrario di me, bambina timida e grassottella; era tutto ciò che avrei voluto essere e non ero.




Violante viveva in una normale famiglia borghese, aveva un fratello detto Poldino, il papà Ermete e la mamma Maria che, naturalmente, non lavorava, gentile ed elegante anche in casa, coi capelli tirati su, le perle e quei buffi cappellini “a paralume” che andavano di moda allora. Si trattava di un contesto estremamente rassicurante, un mondo in cui non c’era alcun motivo di pensare che qualcosa potesse andar poi storto. Il Sessantotto era ancora lontano.



Violante amava svisceratamente il mondo della musica e la sua massima aspirazione era quella di diventare una cantante. Per centrare l’obiettivo, partiva entusiasticamente all’arrembaggio, sfidando le ire paterne (le sfuriate del signor Ermete erano proverbiali). Volitiva ed emotiva, candida e ciclonica, Violante è stata la prima ragazzina “vera” apparsa sul Corrierino.











Nelle storie a puntate (duravano mesi e ogni settimana si interrompevano proprio sul più bello) ci si imbatteva nei cantanti e nei divi della televisione di allora: Gorni Kramer, Mina, Milva, Modugno. Qualche anno dopo, vennero invece di moda i capelloni, i complessini beat, i Beatles. Ed ecco che Violante diventa “beat”, ma nel frattempo è anche cresciuta, diventando più aggraziata nella siluette e negli atteggiamenti.







Ed io crescevo con lei e come lei vivevo in un mondo felice, fatto di speranze e di confidente certezza nel futuro.

I fumetti di Violante sono indiscutibilmente destinati a un pubblico di lettrici adolescenti che in lei si potevano riconoscere. Chi, a quell’epoca, non ascoltava e riascoltava i dischi in vinile sul giradischi fino a consumare la puntina? E chi non stava chiusa in camera a sognare, per lo più da sola o, al massimo, con una o due compagne di scuola, quelle più intime, quelle più fidate a cui raccontare tutti i propri segreti?


























La “mamma” di Violante è Grazia Nidasio, una delle più importanti, se non la maggiore fumettista italiana. Nata a Milano nel 1931, ha esordito proprio sul Corriere dei Piccoli, con il ladro Gelsomino (classica storia con le rime baciate) alla metà degli anni Cinquanta.







Le strisce di Violante apparvero sul Corrierino tra il 1961 e il 1967. Poi, tra il 1969 e il 1971, fu la volta di Valentina Mela Verde, attiva e intelligente ragazzina già impegnata nel sociale.




L’ultima della nidiata è Stefi, sorellina minore di Valentina. E’ “nata” nel 1976 ed è l’unica sopravissuta alla scomparsa del Corrierino, in quanto ha continuato ad apparire sul Corriere della Sera e sulla rivista Smemoranda. Con lei il mondo femminile della Nidasio, partito dall’adolescente Violante, ha camminato all’indietro tornando all’infanzia. Stefi è una bimbetta di soli otto anni; simpatica, candida e impicciona, si affaccia nel mondo degli adulti mettendone ironicamente in luce l’ipocrisia e le contraddizioni.





Il lavoro della Nidasio non si ferma qui; ha creato anche personaggi come Il Chierico Vagante e il Dottor Oss, racconto fantascientifico pubblicato sul Corriere dei Piccoli negli anni Cinquanta, ha illustrato libri per ragazzi pubblicati dalle maggiori case editrici italiane del settore, è autrice di sceneggiature per cartoni animati e sigle televisive d’animazione per Rai e Mediaset, Ha avuto riconoscimenti importanti come il Premio Andersen.

Nel 1972 il Corriere dei Piccoli cambiò testata diventando Il Corriere dei Ragazzi e nel 1996 ha cessato definitivamente le pubblicazioni dopo quasi cent’anni di gloriosa storia.

Ciao Corrierino!







Le vignette sono tratte dalle storie:

Violante alla televisione apparsa a puntate dal 14 giugno al 26 agosto 1962 sul Corriere dei Piccoli

Violante e il due Amleti apparsa a puntate 12 febbraio al 14 maggio 1967 sul Corriere dei Piccoli Pubblicate dal blog Corrierino e Giornalino






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