lunedì 12 gennaio 2015

Una mostra per Norman Rockwell







Presso Palazzo Sciarra saranno esposti dipinti, documenti, fotografie e la raccolta completa delle 323 copertine originali che l’artista realizzò per il noto magazine The Saturday Evening Post, per il quale Norman Rockwell lavorò per quasi 50 anni.
Una retrospettiva sul percorso creativo di Norman Rockwell (1894-1978), artista statunitense che con il suo talento ha illustrato la storia di un’America da lui stesso sognata.

La mostra, per la prima volta in Italia, ripercorre la produzione di uno dei più acuti osservatori e narratori della società statunitense, che gli è valsa l’appellativo di "Artista della gente".

Le sue illustrazioni, minuziose e lievi, dirette al cuore più che alla mente, hanno descritto per più di cinquant'anni (dagli anni Dieci agli anni Settanta), sogni, speranze ed ideali, riflettendo e allo stesso tempo influenzando comportamenti e pensieri degli americani del XX secolo.



Nelle sue tavole emergono personaggi positivi, rassicuranti, fiduciosi, familiari e proprio perché tali, coinvolgenti. L’osservazione della realtà in Rockwell si fa pittura e al contempo storia; la storia di un mito, quello americano, che va ben oltre il confine degli Stati Uniti.

L’artista alterna la spensieratezza delle origini, racchiusa nell’espressione di un fanciullo che fugge per una marachella – ad esempio No swimming del 1921 – 





alla bambina afroamericana che, per avvalersi del suo diritto all’istruzione, viene scortata a scuola: The Problem We All Live With del 1964, opera emblematica che riflette il dramma dell’apartheid.


Raffigurando eventi importanti che hanno segnato la storia americana come il periodo della lotta per i diritti civili, la discriminazione razziale, la forte crisi economica e la guerra in Vietnam, Rockwell ha saputo far emergere però personaggi positivi, rassicuranti, fiduciosi, familiari. Creando dunque un filo diretto con tutta la popolazione americana, di qualsiasi razza, etnia e classe sociale.












































Oltre all’aspetto sociale delle sue illustrazioni Norman Rockwell è diventato molto famoso anche per le numerose tavole realizzate per la pubblicità di diversi prodotti industriali, dalle gelatine di frutta Jell’O alle automobili Overland.
Il tratto stilistico resta comunque inconfondibile anche in queste tavole, che raffigurano storie comuni raccontate con estremo realismo rendendo poetiche anche illustrazioni pubblicitarie.















Raffigurare scene di vita quotidiana era la prerogativa delle opere di Rockwell, perché attraverso situazioni familiari creava un filo diretto con i potenziali consumatori.
Questo concetto è anche alla base delle più moderne strategie di marketing, nonostante i mezzi di stampa si siano evoluti: passando dalla stampa tradizionale alla stampa digitale e con l’introduzione dei nuovi programmi di grafica.
Per questo motivo Rockwell ha saputo fin dagli inizi del 1900 sfruttare le situazioni di una società americana in continua evoluzione per adattarle alle esigenze del brand per cui illustrava.








(da http://www.cabiria.net/blog/norman-rockwell-pubblicita-2.php e da http://www.mostrarockwellroma.it/pagine/mostra-rockwell-roma)

(Di questo illustratore abbiamo parlato qui:https://www.blogger.com/blogger.g?blogID=8625342552974409540#editor/target=post;postID=4765339833262216285;onPublishedMenu=allposts;onClosedMenu=allposts;postNum=5;src=link,
 e qui:https://www.blogger.com/blogger.g?blogID=8625342552974409540#editor/target=post;postID=8902342496427630420;onPublishedMenu=allposts;onClosedMenu=allposts;postNum=13;src=link)


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