martedì 7 aprile 2015

La vie parisienne


"La Vie Parisienne",  è stata una delle più famose e conosciute riviste parigine, uno dei primi settimanali illustrati francesi. Fondata nel 1863 dall'illustratore e scrittore Marcelin (pseudonimo di Émil-Pierre-Isidore Planat, 1830-1887), si avvalse fin dal principio di una redazione composta da brillanti artisti e scrittori. 
Pur non essendo una rivista specificamente femminile, spesso ospitava ironici reportages di moda illustrati anche dallo stesso Marcellin con la nuova tecnica della xilografia. 
In un primo tempo il giornale conteneva novelle e articoli su sport, teatro, musica, arte.
Nel 1905 la rivista cambiò di proprietà e il nuovo editore, Charles Saglio, cambiò il suo format per aderire agli interessi di un lettore moderno. Ben presto il giornale divenne una pubblicazione di tipo erotico, moderatamente osè, tanto che durante la prima guerra mondiale il generale Pershing fece una campagna contro l'acquisto del giornale, che aveva avuto molto successo in America.
La rivista ebbe enorme successo poichè riuniva vari argomenti: brevi racconti, velati pettegolezzi, moda, battute e commenti su amore e operazioni di borsa, il tutto abbellito da illustrazioni a colori a piena pagina fatte da artisti famosi. 
Questo magazine riflette perfettamente i mutevoli interessi e i valori frivoli che interessavano il popolo all'inizio del secolo ventesimo ed è lo specchio di come intellettualismo, satira e umorismo divertissero i francesi dell'epoca.
A noi interessa perchè riflette lo stile dell'art decò e dell'art nouveau avendoci tramandato disegni di George Barbier, Cherì Herouard, Georges Léonnec e Maurice Milliere.
La Vie Parisienne cessò di esistere nel 1970; nel 1984 nacque una nuova rivista con lo stesso nome che è tutt'ora in vendita.
Eccone alcune copertine e illustrazioni interne:






































































































































































a me queste signore frivole e un po' osè fanno venire in mente le "cattive" nei libri di Delly: proprio così me le immaginavo

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