lunedì 10 agosto 2015

Le due Hummel


Ragazzi!!! Lilia è tornata a scrivere....finalmente un articolo approfondito e non le solite soloimmagini + quattro stiracchiate notizie sull'autore! Qui c'è un saggio comparativo!




LE DUE HUMMEL







Fig. 1

Esistono due Hummel nel vasto regno degli illustratori per l’infanzia: Berta e Lore. Molto spesso vengono confuse tra loro e non solo perché entrambe tedesche, non solo perché praticamente contemporanee, essendo nata la prima nel 1909 e la seconda nel 1915, ma soprattutto perché, incredibilmente, entrambe hanno collaborato con la Goebel produttrice di notissime ed amate statuine di porcellana.





Fig. 2 e 3 Statuine di Lore Hummel







Fig. 4 e 5 Statuine di Berta Hummel

E qui si fermano le somiglianze. Berta fu suora francescana e morì giovane. Lore ( il cui cognome di nascita era Guske, essendo Hummel quello del marito) si sposò, ebbe figli e una lunga vita.

Berta che era una ragazza solare e amante degli sport, dopo aver preso i voti col nome di suor Maria Hinnocentia, insegnò storia dell’arte e continuò a disegnare per il resto della sua breve vita. Amava molto i bambini e li prendeva a modello per i suoi disegni.











Figg. 6 7 e 8

Hummel in tedesco significa calabrone; quasi che nel nome si nascondesse il carattere di chi lo porta, di lei si dice che, come un allegro calabrone, ronzasse indaffarata tutto il giorno nella scuola e nel convento. Morì troppo giovane, a trentasette anni, a causa della di tubercolosi proprio come santa Teresina, in aggiunta agli stenti che assieme alle sue consorelle fu costretta a subire da parte dei nazisti.











Figg. 9 10 11 12 13 14

Nel primo dopoguerra Franz Goebel, mentre era alla ricerca di talenti per una nuova linea di statuine, notò in un negozio di arte religiosa a Monaco di Baviera i lavori di suor Maria e le propose di collaborare; da quel momento i disegni di Berta incominciarono ad essere trasformati in statuine dai maestri Reinhold Unger e Arthur Moller. Le prime statuine M.I.Hummel vennero messe in commercio nel 1935 alla Fiera di Lipsia e furono subito un grande successo.








Figg. 15 16

Le cosiddette figurine “M.I.Hummel” sono dunque interpretazioni tridimensionali di sorella Maria Hinnocentia Hummel (M.I. Hummel) prodotte da artigiani tedeschi per la Goebel. Dopo la sua morte, per garantire che le statuette in ceramica fossero fedeli ai suoi disegni, il convento di Siessen continuò a dare l’ approvazione prima della produzione di ogni nuova serie.






                        Fig. 17 La bambina sul melo 






                              Fig. 18 Lo spazzacamino 






                       Fig. 19 L’allegro viaggiatore

Queste statuine sono deliziose, relativamente semplici, delicate senza essere troppo leziose. Un po’ diverse sono le figurine “Berta Hummel”, che si ispirano alle immagini di bambini disegnate dall’artista, ma sono libere interpretazioni che possono anche discostarsi notevolmente dall’originale cartaceo.











Figg. 20 21 22 23 24

Come si è già accennato, i lavori di Berta Hummel furono osteggiati e messi al bando dalla critica nazista come “arte degenerata”. Come era possibile, d’altra parte che i seguaci di Hitler potessero identificare i loro rosei e biondi bambini nei piccoli dagli abitini rattoppati della Hummel? O, ancora peggio, negli angioletti dalle tuniche provocatoriamente cosparse di stelle a sei punte, piccole stelle di David. Deliziosi angioletti coi ricciolini pettinati all’insù a incorniciare la fronte accentuatamente bombata.











Figg. 25 26 27 28 29

I bambini della Hummel contrastavano troppo con l’ideale ariano per essere a lungo accettati nella Germania razzista; non c’era posto per suor Hinnocentia e per i suoi ”gnomi idrocefali” cosiddetti per via delle gambette corte e delle testoline grandi e rotonde. Che cosa avrebbero mai detto allora i “bravi” nazionalsocialisti dei paffuti bambini della nostra Mariapia?! La quale, per inciso, nello stesso periodo in Italia, disegnava paffuti soldatini per il regime.











Figg. 30 31 32 33 34

Nonostante tutto ciò, Berta riscosse subito un grande successo di pubblico. Si diceva che in Germania non esistesse famiglia che non possedesse una sua figurina. Purtroppo, in questi ultimi anni, complice di certo la crisi mondiale, la società produttrice delle statuette ha subito alti e bassi e nel 2013 ha persino rischiato il fallimento.









Figg. 35 36 37 38

Va detto che le immagini di bambini non sono le uniche creazioni della Hummel. Tra i suoi soggetti vi erano madonne, angeli, edicole. Il lavoro più importante della sua vita sono le stazioni della Via Crucis create nel convento di Siessen.




Fig. 39

Tutti i disegni di Berta Hummel sono colorati con pastelli. A differenza di quelli della sua omonima Lore Hummel che li colorava ad acquerello ed usava una tecnica particolare.









Figg. 40 41 42 43






Fig. 44 Lore Hummel

Tre sono gli elementi che contraddistinguono i disegni di Berta: le testoline dai capelli arruffati, i mazzolini di fiori e…gli ombrelli! Deliziosi ombrellini che sbocciano come fiori colorati, enormi ombrelli sotto i quali i piccoli si rifugiano come passerotti nel nido.










Figg. 45 46 47 48 49 50

Se osserviamo le cartoline della Hummel scopriamo faccine deliziose, ritratte sia di profilo che di tre quarti, boccucce socchiuse come il becco di un uccelletto implume. Tutta la grazia di questi piccini racchiude e comunica qualcosa di più della bellezza effimera: i bimbi raffigurati hanno la celeste innocenza degli angeli. Infatti, Berta conservava ancora l’innocenza della sua infanzia felice e sapeva tradurla nelle sue opere.









Figg. 51 52 53 54 55




E’ stato scritto che Berta Hummel sia stata capace di ritrarre quei fondamentali momenti dell’infanzia che sono fissati nella memoria di ciascuno di noi e che i disegni e le statuette hanno il dono di evocare. Eseguiva schizzi di bambini sorridenti, colti nelle più svariate circostanze: con fiori e uccellini, nel gioco, in adorazione di Gesù Bambino, in preghiera con l’Angelo Custode, alle prese col bucato, in cammino per sentieri nevosi e prati coperti di foglie ed erba. 







Figg. 56 57 58

Devo sottolineare quanto già osservato da Dindi nel suo post su Berta Hummel ( http://soloillustratori.blogspot.it/2014/04/berta-hummel.html)
, ovvero la somiglianza tra i bambini di Berta e quelli di certe cartoline di Mariapia. L’inquadratura, le dimensioni, il tratto e perfino la postura dei bambini è simile!







Figg. 59 60 61 Bambini di Berta







Figg. 62 63 64 Bambini di Mariapia





L’”altra Hunmmel”, ovvero Eleonora Elisabetta Maria Hummel detta Lore, iniziò invece la sua collaborazione con la Goebel quando era già un’apprezzata e affermata illustratrice di libri per bambini (ne produsse più di novanta).

Le sue statuine, pur essendo molto graziose, non sono eleganti e delicate come quelle di Berta. 






Figg. 65 66

Il soggetto per le due artiste è il medesimo: rosei bambini ritratti in svariate situazioni. In preghiera, con mazzolini di fiori, con giocattoli, con l’ombrello.





Figg. 67 68

Fondamentalmente, sono due le linee Goebel alla quali Lore collaborò coi suoi disegni. Quella Blumenkinder (Bambini Fiore)che comprende 58 figurine a edizione limitata (2000) e quella Kinderland (Paese dei Bambini) con 24 figurine a edizione illimitata.







 Figg. 69 70 71

Ma Lore Hummel, a differenza di Berta, è anche nota come prolifica illustratrice di libri per l’infanzia tra cui fiabe classiche, libretti sulla Pasqua e il Natale, un ciclo di fiabe sull’Omino del sonno ed inoltre tante storie del prato: gnomi e funghi, fiorellini e insetti che brulicano in quel mondo piccino, sotto un cielo basso basso dove risplende una grande luna rotonda oppure si scatena il temporale





Figg 72 73

Poiché Angelo ha già pubblicato su questo stesso blog un articolo su Lore Hummel ricchissimo di immagini (http://soloillustratori.blogspot.it/2015/08/lore-hummel.html),


dovrò necessariamente proporre qualche doppione, cercando comunque di inserire anche qualcosa di nuovo per non correre il rischio di annoiare troppo. Lore ha illustrato le fiabe classiche dei fratelli Grimm con uno stile molto personale, accattivante e moderno. Nelle immagini che seguono è stato usato l’acquerello sparso velocemente a macchia, tecnica che rende sfumati i contorni della figure e degli oggetti e li fa emergere da uno sfondo piuttosto scuro e opaco.

    



Fig. 74 75 Il Re Ranocchio






Figg. 76 77 78 Hansel e Gretel







Figg. 79 80 81 Frau Holle






Figg. 82 83 84 Cenerentola






Figg. 85 86 87 Il lupo e i sette capretti





Figg. 88 89 90 La bella addormentata








Figg.91 92 93 Cappuccetto rosso







Figg. 94 95 96 Il gatto con gli stivali






Figg. 97 98 99 100 Biancaneve

Osservando le due immagini seguenti, vediamo che l’artista ha passato velocemente il pennello quasi asciutto per dare “l’impressione” di trovarsi nel bosco, per suggerire le fronde che stormiscono al soffio del vento e dondolano impercettibilmente sotto il peso lieve di un uccellino che si è appena appoggiato lì per riposarsi prima di riprendere subito il volo.






Figg. 101 102

Il risultato è spesso piacevole, anche se a mio parere a volte i toni scuri sono fin troppo accentuati. In compenso, le tavole risultano moto vivaci, nel senso che nella figura si privilegia il movimento e l’impatto esercitato sull’osservatore.

Anche i contorni sfumati producono effetto di movimento, come si può osservare in questo libretto dedicato alla Pasqua.







Figg. 103 104 105 106

Qui però i colori sono più chiari col risultato di ottenere maggiore morbidezza pur persistendo un effetto opaco che personalmente non mi piace molto.

Questo libretto sul Natale mi sembra più gradevole, le tonalità sono chiare, i contorni più netti, i visetti più gentili, mentre il colore è spalmato più uniformemente. Il che contribuisce a favorire la gradevolezza dell’effetto finale.










Figg. 107 108 109 110

Con la serie di favolette sull’Omino del Sonno incontriamo i temi classici della letteratura per l’infanzia d’oltralpe. Sono tanti gli illustratori che hanno rappresentato questo soggetto molto amato 

dai bambini.
















Figg. 111 112 113

Qui abbiamo l’Omino del sonno di Felicitas Kuhn e lo mettiamo a confronto con lo stesso soggetto della Hummel. In merito alle fattezze dei bambini non si discute; quelli della Kuhn hanno i visetti più graziosi che io conosca, ma per quanto riguarda l’Omino, Lore Hummel ha saputo trasfondere nel disegno un movimento, una grazia e una dolcezza che mancano alla pur bravissima Kuhn.




Fig. 114 L’omino del sonno di Felicitas Kuhn




Fig. 115 L’omino del sonno di Lore Hummel

L’abitudine della Hummel di usare tonalità spente e macchie di colore create con rapidi colpi di pennello gioca a favore di questa illustratrice perché contribuisce a suggerire le sensazioni di un’ambientazione notturna della storia.






Figg. 116 117

Anche i visetti si ingentiliscono e si fanno decisamente più graziosi. Nonostante i lavori della Hummel si collochino qualche decennio fa, l’effetto è di grande modernità e si merita certamente il consenso dei bambini di oggi.








 Figg. 118 119 120

 Lo stesso stile è impiegato nel libretto “I nani della pioggia” dove le tavole (che risultano abbastanza “affollate” di personaggi e particolari) sono contraddistinte da tinte di tonalità pastello: celeste, grigio perla, rosa chiaro, colori madreperlacei che suggeriscono l’idea dell’acqua.















Figg. 121 122 123

Ed ecco le illustrazioni che hanno come tema la vita del prato e come protagonisti fiorellini e insetti, ranocchi e topolini. Qui i colori diventano tenui e delicati, i contorni sono ripassati, sia pur leggermente, con un tratto sottile di china. Un esempio molto particolareggiato è costituto da questo interno, con la tavolina apparecchiata, l’alcova celeste decorata a fiori, la piccola stufa sulla quale la cavalletta sta preparando il pranzo. 



Fig. 124

Pur vedendo questa figura per la prima volta, è come se me la ricordassi fin dall’infanzia, tanto il suo contenuto fa parte dell’immaginario infantile, per essere stato più e più volte ripreso ed interpretato dagli illustratori dell’infanzia, italiani e stranieri.

Altrove scopriamo casette ricavate nei funghi, oppure un mercatino dove ogni genere d’insetti è impegnato a vendere e a comprare, in allegria.






Figg. 125 126 127

Ecco qua due nuvolette poco raccomandabili. Si fingono innocue e modeste, ma chissà quale acquazzone stanno meditando di scatenare.



Fig. 128

Oppure troviamo allegre ranocchie che fan festa nel torrente, sonate al chiar di luna, spettacolini da circo eseguiti da coccinelle, scarafaggi, api e formiche, scene di vita domestica e quotidiana come l’attesa dal dottore oppure festeggiamenti sontuosi in occasione dei matrimoni dei fiori.













Figg. 129 130 131 132 133 134 135

A proposito dei fiori, bisogna dire che i bimbi fiore della Hummel sono deliziosi. Ora i visetti sono davvero aggraziati e gentili e i colori morbidi e avvolgenti.








Figg. 136 137 138

Ma la caratteristica più evidente di queste immagini è la somiglianza con equivalenti soggetti di Fritz Baumgarten che visse e operò alcuni decenni prima di Lore Hummel. Se volete, potete andare a vedere il post su Baumgarten per accorgervene (     http://soloillustratori.blogspot.it/2014/03/fritz-baumgarten.html )




Fig. 139 Casina nel fungo di Lore Hummel





Fig. 140 Casina nel fungo di Fritz Baumgarten





Fig. 141 Ranocchie canterine di Lore Hummel







Fig. 142 Ranocchie di Fritz Baumgarten

Le farfalline che svolazzano nell’aria, gli insetti che zampettano appoggiandosi a un bastoncino, i bruchi e i millepiedi, le cavallette e le coccinelle, i topolini di campagna, i bombi e i coleotteri, l’intera coltre di fiori, ora leggiadri e delicati, ora colorati e lussureggianti, che popola le tavole di Baumgarten, la ritroviamo, con le dovute differenze, nelle illustrazioni della Hummel. 




Fig. 143 Baumgarten 




Fig. 144 Lore Hummel

La mano di Baumgarten è più sciolta e decisa, i colori più vividi e netti; viceversa, il tratto della Hummel è più sfumato e vi si legge la mano femminile. Ma in entrambi è evidente il gusto per il dettaglio, per i mille piccoli particolari che occupano la scena.





Figg . 145 146 Lore Hummel




Fig. 147 Baumgarten

Il bordo delle tavole non delimita uno spazio circoscritto, ma lascia supporre che al di là l’azione continui e che i particolari si moltiplichino e si diversifichino a piacimento dell’osservatore. La fantasia non ha limiti e ciascuno di noi, non ha importanza se bambino o adulto, può scegliere se accontentarsi di quello che vede, oppure continuare sulla strada che gli si è aperta davanti, e sognare, sognare e creare a sua volta mondi fatati.













Figg.148  149 150

Con affetto, a voi tutti

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