mercoledì 20 dicembre 2017

Roberto Franzoni


Nonostante l'omonimia del cognome, non risulta parente della nostra Mariapia.

Per conoscere la sua vita leggere qui:http://www.storiaememoriadibologna.it/franzoni-roberto-481381-persona







Roberto Franzoni (1882 - 1960) dedicò la sua vita all’arte, in tutte le sue espressioni. Nel corso della lunga carriera artistica si interessò sia alla pittura sia alla scultura sia alla grafica, rimanendo fedele ad un gusto Liberty spinto fino all’anacronismo; questa singolarità, assieme alla sua indole riservata e modesta, gli è probabilmente costato il quasi totale isolamento dalle scene ed un’oscurità della fama per molti versi inspiegabile.

Dotato di un mestiere sorprendente fin da giovanissimo, già intorno al 1898, mostrò un’attrazione verso l’Art Nouveau: la predilezione per la linea curva e sinuosa, i motivi fitomorfi, i volumi spiccati, i contorni nitidi e fluttuanti, i colori limpidi, gli incarnati teneri e pallidi e un certo “abbandono sensuale” è sintomo che abbracciasse appieno la figurazione liberty. La sua produzione artistica, pur se poliedrica, avrà così una connotazione sempre ‘decorativa’, non solo nella produzione di grafica, manifesti, disegni, acquerelli, francobolli e arte applicata, ma anche nella pittura da cavalletto ove non mancherà mai l’eco delle tendenze d’Oltralpe che Franzoni poteva ben conoscere dalle riviste e dalle visite alla Biennali veneziane. In particolare sembra essersi ispirato al florealismo medievalista di Alphonse Mucha, alle campiture ben circoscritte da margini delineati dello svedese Carl Larsson ed alla filosofia preraffaellita di William Morris.
































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