lunedì 21 aprile 2014

I bimbi fiore

Un articolo di Lilia



Bimbi fiore









Gli angioletti sono di Felicitas Kuhn, i versi invece li ho scritti io. Per ogni fiore che sboccia in Cielo nel giardino degli angeli, nasce un bambino qua sulla terra. Pensavo al mio nipotino e a tutti gli altri nipotini che sono venuti al mondo a portarci la gioia coi loro sorrisi.

E’ un fatto che quando si pensa ai bimbi, a tutti vengono in mente i fiori, specialmente quelli che nascono nei prati a primavera. Mughetti, margheritine, primule, violette sono simboli di candore ed innocenza, proprio come i bambini.

Anche le nostre care illustratrici non hanno perso l’occasione per trattare questo argomento. Ecco come Mariapia vede la Primavera che accompagna nei prati i bimbi fiore suoi figli.






La primavera ha messo un bel vestito

e un bel cappello a tutti i suoi bambini;

il sole, per vederli, in cielo è uscito

e le farfalle han fatto voli e inchini.

Lei ha portato i bimbi in mezzo ai prati

e là tra i fili d’erba li ha lasciati

a ricamare il verde in bei colori

a spargere nell’aria grati odori.

(Mariapia, “Mondo piccino”)



Ecco ancora la Primavera di Mariapia, tutta adorna di veli come una fata ed accompagnata dai suoi bimbi fiore (“La fatina dei fiori”)









Ma perché associamo i bimbi ai fiori?

Perché i bambini profumano come fiorellini di campo!

Ecco la primula odorosa di Cicely Mary Barker accompagnata dal piccolo trifoglio bianco.






Ed ecco la piccola primula ancora in fasce di Ida Bohatta






Si può anche rispondere che i bambini sono teneri e delicati come petali di fiori.

Fiori di melo di Ida Bohatta. Sono delicatissimi. Il più piccolo soffio di vento porta via la falda del cappello a uno di loro






I fiorellini di Felicitas Kuhn sono altrettanto fragili e preziosi. Queste bambine fior di ciliegio temono che qualche goccia di pioggia possa gualcire le loro vestine





Oppure, possiamo rispondere: “ perché i bambini sono belli come i fiori appena sbocciati!”










In primo luogo però, associamo i bambini ai fiori perché gli uni e gli altri sono simbolo di rinascita, di rinnovamento, del perpetuarsi della vita, nonostante i dispiaceri che ci affliggono.

Durante l’inverno, i fiorellini vanno a dormire sottoterra.  Eccoli nell’interpretazione di Berta Mayr Nohmer in “Storia del Genietto di primavera” 





Li risveglierà il trillo del campanellino di Bucaneve al primo sciogliersi dei ghiacci. In quest’altra illustrazione della Mayr Nohmer si può vedere la primula ancora addormentata che stringe tra le mani un mazzo di chiavi dorate. 





Ma perché sia la primula della Mayr che quella della Bohatta tengono in mano una chiave? Mi sono incuriosita e grazie ad una veloce ricerca in internet ho scoperto che, secondo una leggenda, quando nel mondo esistevano ancora le fate, la primula portava fortuna a chi sapeva coglierla al momento giusto; si trasformava infatti in una chiave che dava accesso a immensi tesori custoditi in grotte sotterranee.

In questa immagine di Gerda vediamo un’altra versione della “rinascita” dei fiori, stavolta i bimbi fiore sono risvegliati da Madre Terra.






Il bucaneve è un fiorellino che appare molto spesso nei nostri libriccini.  E’ lui che apre la strada a Fata Primavera! Qui lo vediamo nell’interpretazione di Gerda in “Bimbi fiore”.





Ed ecco i bei bucaneve di Ida Bohatta. Si stringono l’uno all’altro per difendersi dal vento gelido.





Il tenero bucaneve di Mariapia in una prima versione anni Cinquanta (I 12 mesi)





E in una seconda versione più “moderna” tratta da “Fiorellini di prato”






Ecco, infine, il bucaneve di Cecily Mary Barker







Bimbi e fiori sono dunque un binomio inscindibile, dove i due termini possono scambiarsi tranquillamente di posto, a seconda che si voglia dare maggior rilievo al primo, oppure al secondo.

Alle nostre illustratrici sono molto cari i fiori bambini, ovvero i modesti fiorellini che nascono nei prati con la primavera. Tra i fiori precoci ci sono quelli del salice che sbocciano quando l’aria è ancora freddina. Per questo, la Bohatta li rappresenta tutti in fila sul ramo, col cappottino ben abbottonato fino al mento.





Qui gli stessi fiori del salice sono invece rappresentati da Cicely Mary Barker in “ Fiori di primavera”





Le violette sono rappresentate i due modi molto diversi tra loro da Ida Bohatta





e dalla Barker





Nel primo caso, la violetta è vista come un piccino nascosto nell’erba, nel secondo come un fanciullino dall’aspetto elegante e delicato.

Cecily Mary Barker, conosciuta da tutti per le Fate dei fiori, cominciò a pubblicare le sue poesie, accompagnate da bellissime immagini, subito dopo la prima guerra mondiale. Uscirono otto raccolte: Le Fate dei Fiori della Primavera, dell’Estate, dell’Autunno, dell’Inverno, del Giardino, degli Alberi, del Sentiero e L’Alfabeto delle Fate dei Fiori.  I suoi bambini fiore, o piccole fate dei fiori, sono figurette aggraziate, nelle quali si risente ancora un po’ del gusto liberty per le cornici ornate e per le decorazioni floreali





Qui sotto vediamo lo stesso soggetto, il mughetto, rappresentato da Carla Ruffinelli negli anni Sessanta secondo un gusto più vicino a noi.





Ancora a confronto due immagini della Barker (la prima) e della Ruffinelli (la seconda). Il soggetto è la fucsia 









Caratteristiche di Ida Bohatta sono l’immediatezza e la freschezza dell’immagine. A volte il tratto pare addirittura poco curato, perché l’attenzione dell’illustratrice è rivolta non tanto ai particolari quanto all’espressività dell’immagine e al suo significato d’insieme. Ecco due figure in cui il disegno è tracciato con mano veloce, quasi uno schizzo, il colore è trascurato, ma il contenuto è reso in modo vivido. Nella prima immagine  fiorellini piccoli e grandi stanno allegramente apparecchiando la tavola, nella seconda immagine  fanno merenda in armonia e serenità.








A differenza della Bohatta, la Barker rappresenta i suoi bimbi fiore con grande precisione. Sappiamo che sceglieva i modelli per le fate tra i bambini che frequentavano la scuola materna della sorella. Per ritrarli preparava per loro i costumi e piccole ali con ramoscelli e garza. Certamente è questo il motivo per cui i suoi bambini appaiono così “veri”. Alcuni esempi di visetti molto realistici: il gelsomino invernale, il bosso e la scilla.











Tornando ai fiorellini della primavera, tra quelli più cari alle nostre illustratrici non può mancare la margheritina.

Una tenerissima bambina per la Barker





Un girotondo di petali per Mariapia





Una ragazzina vivace e flessuosa per la Ruffinelli





In quest’ultima immagine della Ruffinelli appare anche un fiore di melo. E’ una  ballerina, bella ma senza il fascino delle due sorelline accoccolate sul ramo che ci guardano serie e un po’ assorte, reali come in una foto, se non fosse per quelle alucce fantastiche e venate di rosa che spuntano sulle loro spalle 





Lo stesso fascino emana questa fata convolvolo che pare ritratta dal vero, nel viluppo dei tralci, sotto la luce bianca del mattino. Sono entrambe fate della Barker.





A volte, i bimbi fiore sono molto piccoli, appena nati, o appena spuntati se si preferisce. A volte invece sono più grandicelli, ragazzini o ragazzine, od anche giovani nel pieno rigoglio dell’età.

Piccolissimi sono i bimbi fiore non-ti-scordar-di-me della Barker e della Bohatta 








Altri piccoli bambini fiore di Ida Bohatta. I fiori del fagiolo





L’anemone





La genziana








Ecco una bimba dolcissima per la Barker.





La corolla gualcita del pisello odoroso le incornicia a mo’ di cuffietta il delizioso faccino, mentre per la sorella più grande va a costituire una gonnellina.

Un bimbetto dai tratti gentili e delicati rappresenta il fiore del pero







Qui un’altra bimba si sostiene con le manine ad arbusti spinosi. Rappresenta la rosa canina secondo Ida Bohatta





Ancora una rosa canina è il soggetto di Cicely Mary Barker, ma questa volta si tratta di una ragazza dai tratti angelici e dai capelli d’oro, seduta tra le roselline




Una rosa sontuosa per Ida Bohatta




Una rosa superba per Mariapia. 





Entrambe hanno un grande cappello, simile a quelli delle principesse inglesi. Entrambe ricevono l’inchino di coleotteri del tutto uguali tra loro, anche nella postura delle zampette.

Ancora una rosa, accompagnata da un girasole, questa volta nell’interpretazione della Ruffinelli.







Altre volte, i bimbi fiore sembrano bambini veri come questi della Barker. Un piccolo aconito  tende i braccini  verso i primi raggi del sole





La bimba col rosso fazzolettino osserva interessata un’ape che si è posata sul fior di trifoglio da lei stessa impersonato





Un’esile  e sorridente fanciullina è appesa agli arbusti fioriti ma pungenti del prugnolo. Il vento ancora freddo le muove i capelli e le solleva la corta camiciola. 





Nel mondo incantato di Felicitas Kuhn i fiori selvatici sono altrettanti piccoli elfi dalle fattezze incantatrici di bambini, ognuno dei quali si adorna la testolina col fiore che rappresenta. Ecco margheritine, roselline di macchia, aster, campanule e, per finire, un allegro corteo che attraversa la foresta e che è formato oltre che dai fiori, anche da raggi di sole e goccioline di pioggia.












Due campanule di Ida Bohatta e un aster della Barker da mettere a confronto con gli analoghi fiori della Kuhn delle figure 52 e 53. Come si vede, le rappresentazioni della Barker sono molto realistiche, se confrontate a quelle delle altre illustratrici. Cionondimeno, costituiscono ancora, dopo quasi cent’anni, un’affascinante fusione di verità e fantasia. 












Una campanula di Lucie Lundberg, un’altra illustratrice per l’infanzia che ha lavorato nella prima metà del XX secolo





I bimbi fiore di Gerda sono tenere creature, romantiche nei costumini austriaci, coi loro delicati profili, con le loro testoline  incorniciate da corone di trecce bionde









Le ampie gonnelline si allargano simili a corolle





Fiore di camomilla





Due sorelline campanelle  con le vellutate corolle viola.




Ed ecco i bimbi fiore di Mariapia. Le prime due illustrazioni sono tratte da “La leggenda delle pratoline” uscita negli anni 40, la terza e la quarta da “La rosa superba”degli anni 50.













Se guardiamo bene la seconda e la terza immagine, possiamo constatare i risultati dell’evoluzione nello stile di Mariapia. Il soggetto è sostanzialmente il medesimo. I fiorellini si stanno facendo belli: chi si rimira allo specchio, chi si liscia i petali, chi lava il vestitino. Le differenze stanno nel tratto che si fa più morbido e sicuro e, soprattutto, nei visini dei fiori che diventano sempre più piacevoli ed espressivi.



Carla Ruffinelli disegnò i suoi bimbi fiore (in realtà si tratta di figurini che indossano costumi di carnevale) in epoca molto più recente rispetto alle altre illustratrici che ho preso qui in considerazione. Il suo “Forbici con fantasia”, da cui sono tratti questi bimbi fiore, è del 1994.

Un flessuoso ciclamino




Uno spiritoso giacinto




Un giglio elegante e sofisticato 





L’estate ormai si avvicina. Ecco allora una serie di bimbi fiore di Cicely Mary Barker. Sono fiori estivi che comunicano il calore del sole e il pieno rigoglio della terra. Non sono belli?!

La lavanda 



            
Il cipripedio 


        
 Il tagete   





La palla di neve   



 Il papavero 


   
 Il geranio 


     
 La zinnia 





Chiudo coi versi di Iolanda Colombini che accompagnano i bimbi fiore di Mariapia, quelli disegnati secondo lo stille più recente, in “Fiorellini di prato”:

Oh, chi li ha seminati

a mille, in mezzo ai prati,

quei tenui fiorellini

rosa, lilla,turchini?



Tremano nel momento

che li accarezza il vento…

Han solo per amiche

tra l’erbe le formiche.





Ed ora, buonanotte a tutti! E, come sempre, sogni d’oro!

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