Un articolo di Lilia
Le fiabe di Jacob e Wilhelm Grimm hanno avuto centinaia di illustratori. Tra le nostre austriache, dopo Anny Hoffmann col suo bel Cappuccetto Rosso, vediamo ora alcune delle grandi fiabe illustrate da Felicitas Kuhn e pubblicate per la prima volta all’inizio degli anni Cinquanta.
Molti troveranno in queste belle illustrazioni qualcosa di famigliare, echi dell’infanzia e di momenti di gioia e spensieratezza. Infatti, le grandi fiabe classiche interpretate dalla Kuhn trovarono larga diffusione anche in Italia tra gli anni Cinquanta e Settanta del secolo scorso, grazie soprattutto alle edizioni della C.E.L.I. e della AMZ.
A mio parere, la magia di queste fiabe nate per far sognare generazioni e generazioni, è accresciuta dai disegni della Kuhn non solo per la freschezza dei colori e la grazia delle figure, ma anche per la personale costruzione delle scene caratterizzate dalla cura per i particolari.
La rigogliosa vegetazione delle foreste europee fa da sfondo e cornice a ciascuna fiaba: spioventi fronde di abeti si piegano su eleganti rami contorti, sulle grandi felci, sui rovi che portano le bacche rosse della rosa canina
Ma quel che più attrae è l’incredibile varietà dei fiori. Oltre a margheritine, primule, ranuncoli, campanule, ciascuna immagine è ingentilita e resa sontuosa da una fioritura meno scontata: il soffione e le foglie dentellate del dente di leone, le coroncine della farfara, il crescione, la stellaria, il trifoglio, il fiore del sambuco, la digitale, il giglio, il nontiscordardime, la pervinca, il cardo, il convolvolo e l’immancabile, magico tasso barbasso.
Quest’ultimo è quasi un simbolo dei disegni della Kuhn tanto è ricorrente; come, del resto, lo sono gli inconfondibili leprotti e la misteriosa coppia di gufi o civette, appollaiata in alto sui rami a guardia della notte e del dramma che via via si va dipanando, una figura dopo l’altra.
Biancaneve
Prima versione
Le illustrazioni sono molto curate nei particolari, nel tratto, nel colore e nelle ombreggiature. Biancaneve è splendida con le sue lucide e pesanti trecce nere. La sua figura suggerisce vitalità e forza, una vera principessa tedesca dalle guance rosse come il sangue e dalla pelle bianca come la neve.
Biancaneve
Seconda versione
Questa seconda versione è meno accurata e certe figure, specialmente quelle della regina cattiva, sono spigolose, mancano di grazia.
Le due bimbe sono incantevoli. Qui sono rappresentate come gemelle contraddistinte solo dal colore dei capelli e degli abiti. Mi pare meno indovinata la figura del principe. Le figure maschili della Kuhn di solito sono rigide e impersonali: insomma, sono sbiadite. Del resto rappresentano fedelmente il Principe più o meno azzurro che, in quasi tutti i racconti di magia, serve più che altro a dar risalto alla protagonista femminile.
Hansel e Gretel
Prima versione
Splendide le immagini di Hansel e Gretel sperduti nel bosco e davanti alla casina di marzapane. Evocano la profondità e l’immensità delle foreste dell’Europa centrale dove le distanze sono dilatate e dove il tenue chiarore di una lucciola si può confondere con un lumicino lontano lontano.
Hansel e Gretel
Seconda versione
Questa seconda versione della fiabe è così riccamente illustrata che la sola successione delle immagini basta a narrarla.
La bella addormentata nel bosco
Come da tradizione, la Rosaspina della Kuhn è bionda, esile ed eterea. Simpatica la figura panciuta del re che,gemello del re di Cenerentola, soddisfatto e vestito d’ermellino, stringe tra le mani il globo e lo scettro simboli dell’impero.
Cenerentola
Cenerentola è la fiaba che mi è più cara per l contenuti. Alla versione di Perrault con la fata madrina, preferisco quella dei Grimm con l’alberello piantato dalla stessa Cenerentola sulla tomba della sua vera mamma e sui cui rami compare lo stupendo abito per il ballo. A proposito di abiti, trovo affascinanti quelli disegnati dalla Kuhn per i personaggi delle fiabe: sontuosi, colorati e ricchi di piegoline ricordano certi ritratti di Durer ed Holbein.
Fig. 70
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